Pensieri ad alta voce

20 dicembre

Ho trascorso la mattina con il fiato sospeso, ore lunghissime senza avere notizie di te dalla sala operatoria.

Volevo vederti, il prima possibile.

Non eri ancora risalito in camera quando, a ora di pranzo, mi sono messa in macchina verso l’ospedale.

Una sosta per comprare due panini al panificio e via. Ne ho mangiato uno percorrendo Corso Milano e messo l’altro in borsa non appena arrivata a borgo Trento. Ho percorso la strada a piedi tra il percheggio e il polo chirurgico in un soffio.

E poi ti ho visto, così, dolorante ma a denti stretti, pallido, in quella posizione post-operatoria innaturale con il mento in su e la bocca socchiusa.. l’immagine si è sovrapposta per qualche secondo a quella del nonno.. mi si è stretto il cuore.

Quanto vi somigliate.

Pur non riuscendo a parlare granché, sei riuscito a farci sorridere. Ti ho baciato, eccome se ti ho baciato. Coperto i piedi, sentito le mani.

Non ti avrei lasciato mai se non avessi dovuto ritornare dai bambini a dare il cambio al papà.

All’uscita, ho ripreso a respirare normalmente. Ho ricambiato il saluto del senzatetto che “presidia” l’ingresso, al quale nessuno risponde mai, nemmeno io al mio precedente passaggio di poco prima quando avevo troppi altri pensieri per la testa per accorgermene.

Mi ha porto la mano e gliel’ho stretta. Gli ho chiesto se voleva il panino che mi era rimasto in borsa. Non ha risposto alla mia domanda ma mi ha chiesto 10€ per comprarsi una coperta. Gli ho detto che purtroppo non li avevo e quando non mi lasciava la mano, ho avuto un po’ paura, ma è stato un attimo perché ho subito realizzato che non lo faceva con prepotenza.. sembrava più voler prolungare quel contatto umano, forse insolito.

Mi ha chiesto una seconda volta 10€, promettendo che si sarebbe comprato una coperta perché dorme fuori e che avrebbe detto una preghiera per me.

Veramente non li avevo, se li avessi avuti non lo so se glieli avrei dati. Forse avrei avuto paura di estrarre il portafoglio, al ricordo di un’altra spiacevole esperienza.. però gli ho detto che anche io avrei detto una preghiera per lui.

Magari domani ti racconterò quello che è successo. Forse ti spaventerai ma so che riconoscerai qualcosa di te nei miei atteggiamenti.

Quanto ci somigliamo?

Forse anche tu, al mio posto, saresti qui a scervellarti se domani sera venendo da te, dovrei portare con me una coperta oppure no.

Intanto questo è il momento giusto per la preghiera 🔥

16 pensieri riguardo “20 dicembre

    1. Gli hanno fatto un antidolorifico per la notte. Oggi ci hanno detto che ne avevano già somministrato troppo in sala operatoria per cui si doveva attendere qualche ora.
      Più di tutto aveva male alla cervicale, immagino per la posizione durante l’intervento.. 😔

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